Barbara Bonomi Romagnoli | Pink Bee Revolution
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Cara Raggi, la Casa delle Donne vale molto più di un milione di euro

Poco più che ventenne alla scoperta dei femminismi, sono entrata per la prima volta, da via della Lungara, dentro la Casa internazionale delle donne e mi son trovata dinanzi il lungo corridoio in penombra. Ho provato timore e stupore assieme, come quando entravo nell’edificio monumentale delle scuole medie, in tutt’altra zona della città, che per ironia della sorte si chiama ‘Complesso del Buon Pastore’ così come il nome della struttura seicentesca che – nel cuore di Roma – dal 1987, grazie al Movimento Femminista Romano sfrattato dalla Casa delle Donne del Governo Vecchio, è diventato uno spazio delle e per le donne, con decine di associazioni e gruppi che hanno promosso pratica e politica femminista accanto a servizi culturali, socio-sanitari e legali.

Speciale Covid 19 – Intervista a Chiara Montaldo

Roma, 9 luglio 2020

“Se la salute è un bene comune, non può dipendere dalle risorse individuali, non può essere considerata un privilegio, come accade in paesi come gli Stati Uniti d’America, o un diritto acquisito e dato per scontato ma sempre più fragile, come abbiamo constatato in questi mesi anche in Italia, né un servizio di fatto spesso inaccessibile, come in moltissimi paesi in via di sviluppo, ma come un diritto per tutte e tutti da conquistare e difendere e che richiede politiche e investimenti pubblici e una efficace cooperazione internazionale”: un messaggio chiaro e argomentato quello lanciato qualche settimana fa da Chiara Montaldo, Claudia Truppa e Valentina Mangano su Scienza&Pace Magazine, rivista online a cura del Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace dell’Università di Pisa.

Speciale Covid 19 – Intervista a Silvia, infermiera

Roma 26 maggio 2019

Silvia è il nome di fantasia di una infermiera professionale di un grande pronto soccorso romano, ha 38 anni e due bambini. Le abbiamo chiesto di raccontarci questi mesi dal suo punto di vista, di chi ha ‘percepito’ da molto vicino il Covid19.

Speciale Covid 19 – Intervista a Lorena Cotza

Roma 19 maggio 2020

“Non vogliono essere chiamati eroi o eroine. Sono donne e uomini coraggiosi che hanno scelto di difendere in modo nonviolento i diritti umani, l’ambiente, le comunità dai soprusi dei potenti. Sono testimoni scomodi, pietre d’inciampo. Le difensore e i difensori dei diritti umani sono persone che – spesso lontano dai riflettori e in aree remote del pianeta – rischiano la vita per proteggere i più deboli, la propria comunità, le minoranze discriminate, i diritti dei lavoratori o magari il fiume sacro alla propria gente”: a scriverlo nel 2019 è Lorena Cotza, co-autrice con Ilaria Sesana del libro “Non chiamatemi eroe” (edizioni Altreconomia). Cotza da anni si occupa di diritti umani e ha lavorato per diverse organizzazioni non governative in Irlanda, Regno Unito e Honduras. Dopo diversi anni con Front Line Defenders, da maggio 2020 è Communications Lead per la coalizione globale Coalition for Human Rights in Development di cui fa parte anche Front Line e si occupa della comunicazione della rete italiana “In Difesa Di – Per i diritti umani e chi li difende“.

Speciale Covid 19 – Intervista a Sara Gandini

11 maggio 2020

“Quando si effettua una selezione di competenze e qualità la scelta dovrebbe essere in base al merito. Siamo certe che anche soltanto una maggiore attenzione nell’applicazione di quest’ultimo criterio avrebbe certamente portato alla selezione di un adeguato numero di donne all’interno delle varie commissioni, di cui sicuramente avrebbe beneficiato la gestione dell’Emergenza Covid-19. Da ora in avanti pretendiamo che un equilibrio di genere negli organi di rappresentanza e nelle commissioni tecniche e scientifiche sia una priorità assoluta”: è un passaggio dell’appello rivolto i primi di maggio dalle scienziate italiane al Governo italiano. Fra loro, anche Sara Gandini, laureata in statistica e specializzata in Biometria e Epidemiologia, direttrice dell’unità “Molecular and Pharmaco-Epidemiology” presso il dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO). Dal 2016 è anche professoressa a contratto di statistica medica presso l’Università Statale di Milano ed è autrice di più di 200 articoli su riviste nazionali ed internazionali.

Speciale Covid 19 – Intervista a Leila Victoria Methnani, Angelica Di Pietro e Giovanna Mola

Roma 27 aprile 2020

“Quando il mio WhatsApp è stato invaso dall’ennesimo audio-catena dell’amico dell’amica della zia del vicino del medico dell’ospedale X che mi invitava a fare indigestione di vitamina C contro il coronavirus, ho subito capito che qualcosa anche tra i miei contatti non andava, ed ho intuito che le fake news presto sarebbero state le mie nuove colleghe di lavoro”: Leila Victoria Methnani ha 24 anni ed è neolaureata in Comunicazione scientifica biomedica all’Università La Sapienza di Roma.

Con Angelica Di Pietro, collega in Comunicazione scientifica biomedica, e Giovanna Mola laureata in Biotecnologie Genomiche, all’indomani del titolo preso hanno provato ad affacciarsi al mondo del lavoro e si sono trovate dinanzi il Covid-19.

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