Barbara Bonomi Romagnoli | deep
7
archive,category,category-storie-e-reportage,category-7,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-1.6.1

Memorie condivise per tasselli di futuro

La mappa è lì, appoggiata sui tavolinetti tondi del Giardino. Quando entro e la vedo subito penso a Liana, ai suoi quaderni fitti di appunti dalla scrittura minuta, ai suoi sorrisi e sussurri, alle sue mappe concettuali, sentimentali e politiche.

È il 3 dicembre 2022 e ci ritroviamo di nuovo a Firenze, al Giardino dei Ciliegi per una due giorni dal titolo “Diffrattivamente, con amore. Per condividere ancora le eredità plurali di Liana Borghi” e per far sì che l’affetto circolare e performativo che proviamo per lei, scomparsa nel 2021, crei nuove mappe e tessiture.

A pranzo con… Marta Baiocchi

Ricercatrice romana, da più di trent’anni studia la biologia cellulare, che spesso riflette il legame tra scienza e societ, qui l'articolo completo...

Read More

Vicine di casa, vicine al mondo

Trent’anni di centro antiviolenza e quindici anni di Festival della Violenza illustrata per cambiare il mondo a partire dalle singole donne. Un bel compleanno per la Casa delle donne di Bologna che in questi decenni «ha visto passare oltre 12mila donne, ognuna di loro con una sua storia, importante, unica, di sofferenza ma anche di felicità per una nuova vita da ricostruire” come racconta Anna Pramstrahler, una delle socie fondatrici della casa e co-ideatrice del Festival: «siamo riuscite a costruire un centro autonomo e femminista, siamo tutte donne, formate, motivate, con una forte spinta politica a non volere considerare la violenza maschile contro le donne un problema “psicologico” come fanno i servizi istituzionali. È una questione globale, strutturale, una questione di potere tra i generi». E l’anno della pandemia lo ha confermato.

La nostra Nig, la nostra schiava

«Nessuno l’avrebbe presa. Era nera, nessuno l’avrebbe amata. Sarebbe dovuta tornare e restare più che mai alla mercé della padrona». E non una padrona qualunque, ma una donna «altezzosa, turbolenta, lunatica e severa. In parole povere, una scorbutica in tutto e per tutto» che riversa sulla piccola Alfrado, detta Frado, e soprannominata Nig – diminutivo di nigger – una violenza inaudita e feroce per anni e anni, per niente smussata dalla finzione letteraria … la quale altro non è che la vicenda autobiografica di Harriet E. Wilson. Nata nel 1825 in...

Read More

Rossana Rossanda e il giornalismo militante

20 settembre 2020

In ricordo di Rossana Rossanda, ripubblico qui di seguito un testo contenuto nel volume “Scritture di Frontiera – Tra giornalismo e letteratura” a cura di Clotilde Barbarulli, Liana Borghi e Annarita Taronna, 2007, edito da Università degli Studi di Bari in collaborazione con Sil Società italiana delle letterate

In questo lavoro ho inteso tracciare gli aspetti più importanti della figura di Rossana Rossanda con un breve accenno a «Il Manifesto», giornale quotidiano di cui lei è stata cofondatrice. Del lavoro di Rossanda ho messo in risalto un aspetto particolare, ossia il suo essere giornalista ‘militante’, dove per giornalismo ‘militante’ o ‘impegnato’ − che è per definizione una scrittura di frontiera − si intende l’uso della scrittura come scelta politica e strumento per trasformare il mondo.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi