Barbara Bonomi Romagnoli | A Roma Genderotica 2015, contaminazioni di arte queer
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A Roma Genderotica 2015, contaminazioni di arte queer

All’Eur c’è chi si preoccupa – il minisindaco Pd e il prefetto – di decoro nelle strade riferito al tema della prostituzione e come unica soluzione propone l’ennesima ordinanza in chiave securitaria che oltre a essere lesiva dei diritti delle/dei sexworkers continua ad alimentare un dibattito in chiave puramente moralista e repressiva.
A San Lorenzo, presso gli gli spazi di Nuovo Cinema Palazzo e Esc Atelier, c’è invece chi organizza – il collettivo Eyes Wild Drag – la quarta edizione del “Festival GendErotica. Contaminazioni di arte queer” che già dal titolo annuncia l’esistenza di una altra città e di una altra cittadinanza, aperta al confronto e al dibattito sui temi della sessualità, del genere, transessualismo, corpo ed erotismo, anche in chiave post-pornografica.

Le due questioni si intrecciano perché c’è di mezzo in entrambi i casi il corpo, in maggior parte femminile ma anche maschile, di chi ha scelto non solo di esibirlo e mostrarlo ma in alcuni casi anche di farne un lavoro, proponendo una altra grammatica dei desideri e delle relazioni. Si cerca, in questo contesto, come in altri, di distinguere fra chi viene sfruttato o subisce la tratta del lavoro sessuale, per esempio, e chi ha consapevolezza della scelta che compie, sia che faccia la drag queen che la sex worker. Sembrerebbe facile cogliere la differenza è invece non lo è perché è forte, fortissima la resistenza da parte di chi non distingue e parla sempre anche a nome di altre/i.
Per chi è allergico a qualsiasi tipo di pensiero binario, vale la pena andare a vedere cosa succede dal 22 al 24 maggio a Genderotica: arriveranno artiste ed artisti da tutto il mondo e contemporaneamente agli eventi [workshop, incontri e dibattiti] sono previste mostre fotografiche, installazioni, proiezione di cortometraggi e documentari. Come sempre si unirà al piacere della performance e della pratica politica anche quello del palato, basta fare un giro anche alla “Froceria, Trattoria Queer” che certo non ha stelline Michelin o riconoscimenti all’Expo ma che sicuro vi farà provare sapori da tutto il mondo.
Così si presentano le Eyes Wild Drag: “Abbiamo iniziato spinte dal desiderio di raccontare il corpo queer con gioia e passione. Abbiamo lavorato per creare altri immaginari, non mercificati, che rifuggono il binarismo dei generi e il conformismo a qualsiasi sistema. L’abbiamo fatto provocando, accendendo allegria e tormento, scontrandoci e confrontandoci con i preconcetti. Abbiamo parlato di estetica e di lotta. Il corpo, l’erotismo, la sessualità sono campi su cui si muove lo stigma sociale, impedendo la libertà individuale di scelta e l’autodeterminazione dei corpi. Quest’anno, parleremo ancora più esplicitamente di erotismo, pornografia, Fem, Trans, Sex Workers, femminismo, desiderio. Ci muoveremo da punti di vista differenti, includendo storie e pratiche performative che non partono strettamente dal queer ma che con un festival queer si identificano. Lo faremo sempre con ironia, l’arma più efficace per far esplodere contraddizioni e vivacità. Lo faremo facendo arte e, di conseguenza, politica.”
Non sono temi facili, perché si parla di politica come gioco passione piacere e perché anche a ‘sinistra’ c’è chi guarda con sospetto a queste pratiche e pensieri: temono forse di doversi mettere in gioco fino in fondo nel confronto con l’altro/a? Non saprei, di sicuro non sono nel riconoscimento reciproco delle differenze. Nessuno dice che le proposte di questi movimenti queer siano l’unica via per il cambiamento, ma è indubbio che un pezzo di strada passa anche da qui, a meno che non si vogliano eludere le “scottanti” questioni del corpo e dei corpi in movimento.

Pubblicato su Controlacrisi.org



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