Strade e piazze che conservano memoria dei discorsi tra donne
«Perché coltivo una credenza: che le strade e i sentieri conservino le impronte di chi ci è passato. Credo che fosse l’alba di una settantina di anni fa quando per questa strada hanno camminato in ansia, guardandosi attorno, il nonno, la nonna, lo zio e la mia bellissima zia Lyda, incinta. Passi affrettati e atterriti, i loro, verso il convento delle suore che li avrebbe nascosti e protetti dalle bande fasciste e naziste che spadroneggiavano in città, sempre a caccia di ebrei. Guardo le loro impronte. Ripercorro la loro strada. I settant’anni trascorsi da allora mi sembrano pochissimi, si sente ancora, qui, il loro batticuore. Insieme al mio».
Si sente eccome il battito del cuore fra le pagine di questo agile e al tempo stesso così denso volume, Cartoline da Roma (Edizioni Unicopli, 2017], scritto da Lidia Campagnano, giornalista, saggista e voce autorevole del femminismo italiano. Si sente l’occhio attento di chi romana non è, di una donna che ha vissuto Roma con partecipazione e amicizia, con il desiderio di attraversarla per conoscerla davvero, alla ricerca di una mappa che ne restituisse la sua «trama storica, politica, ideale».