Barbara Bonomi Romagnoli | Riavvolgere il tempo
739
post-template-default,single,single-post,postid-739,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-1.6.1

Riavvolgere il tempo

Federica De Paolis non ha dubbi: «Il passato si può superare ma non si può prescindere da questo», è un tempo circolare che ritorna e avvolge la vita di ognuna di noi, di ogni persona che incontriamo. Così è anche per i protagonisti del suo nuovo romanzo Rewind , intrecciati in una vicenda che ha bisogno – come suggerisce il titolo – di essere letta a ritroso per essere compresa fino in fondo. In uno spazio-tempo che in qualche modo è anche quello del passato dell’autrice, per anni dialoghista e sceneggiatrice cinematografica, che ha ben conosciuto uno degli scenari su cui è costruita la storia, quel mondo del cinema che ritroviamo nelle pagine, e nel ritmo, del suo romanzo: Talila Tal è infatti l’addetta stampa di una grande casa cinematografica, capita di vederla al ristorante con John Travolta, e c’è stato un tempo in cui andava alle grandi feste a Venezia dove ci si confonde, ci si ama e ci si tradisce.

Magari inseguendo sogni di successo, come è accaduto al suo Rocco, pittore incupito e depresso, ossessionato da un viaggio che lo ha portato in India e Brasile, qualcosa che non è facile da raccontare. Ma Rocco è anche il padre di sua figlia, che l’abbandona e scompare lasciando tracce di sé. Prima fra tutte, una clessidra con un liquido pericoloso che scandisce il tempo, i giorni che passano e fanno incontrare Talila con Zeno, broker veronese quarantenne, divorziato e con un figlio di nove anni, che prima di incontrare l’affascinante donna dal nome esotico è tutto lavoro, palestra e senso di inadeguatezza rispetto alla sua ex. Un personaggio alla Walter Siti in versione più provinciale e conformista, che non si scompone quando Talila entra nel suo ufficio con una vecchia valigia piena di sterline, una cifra non esorbitante ma significativa da investire. Lo sfiora il dubbio che possa essere una trafficante, ma non è certo un problema per la finanza che tutto investe e ricicla. A turbarlo piuttosto è un particolare, un fermo immagine su cui si posa il suo sguardo: Talila, seduta di fronte a lui, non indossa le mutande.

A questo non era davvero preparato. Così come allo scompiglio che Talila porterà nella sua vita, alla passione che si intreccia con il dolore, all’incontrastabile necessità di voler conoscere la vita passata di quella misteriosa donna. Perché è con quanto è accaduto prima di lui che dovrà fare i conti, più che con la sacca di sterline.

Non sono personaggi facili né lineari, quelli tratteggiati da De Paolis, ma si fanno leggere con curiosità, attraggono per le loro voci inquinate e scorrette, perché sono tutti dipendenti da qualcosa: la droga, il sesso, il fitness. Dipendenti dal dover essere, dai loro figli che li inchiodano a responsabilità e bisogni da soddisfare perché “dai figli non puoi andare via”. Dipendenti dalla passione amorosa che può diventare famelica, patologica, dannosa. Fino a quando, forse, arriva il tempo – prima o poi – di lasciare completamente il passato alle spalle e di viverlo solo come un ricordo, che per definizione – come suggerisce Joan Didion – riguarda tempi andati, che non ci sono più.

Federica De Paolis, Rewind, Bompiani Milano 2014, 356 pagine, 19 euro

Pubblicato su Letterate Magazine



Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi