Barbara Bonomi Romagnoli | Pink Bee Revolution
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Parole per piacere, parole per cambiare – A Genova, la rivista Marea promuove la piccola editoria

Alcuni si fermano incuriositi, altri sorridono, altri ancora passano veloci presi dalle loro cose e magari immaginano che è la solita creazione di qualche artista di strada. Invece, l’insolita installazione che si trova in cima a via XX settembre a Genova, in esposizione fino a domani, è opera di un gruppo di persone convinte che le parole siano fondamentali per cambiare un mondo che non ci piace: con una pila di libri è stata scritta in terra la parola “pace” e le persone sono invitate a partecipare aggiungendo libri e magari anche scambiare tra di loro delle rarità.

«Voglio votare rivoluzione» – intervista a Daniele Sepe

«Potremmo anche non parlare del disco, costa poco e chi vuole se lo compra, se lo tiene e se non gli piace se lo mette sotto il tavolo di cucina come zeppa e va bene lo stesso». È visibilmente scosso e spontaneo, come sempre, Daniele Sepe. Quando ci incontriamo a Roma, nella redazione del manifesto, per parlare del suo ultimo album [«Nia Maro», uscito per manifestocd] è da poco arrivata la notizia del rapimento di Giuliana Sgrena. Paura e incredulità si respirano nell’aria e nessuno sa da dove cominciare, se non dalla necessità e urgenza di capire i tempi che stiamo vivendo. Ma, come accade anche nel nuovo disco di Sepe, si naviga a vista e senza bussola, sostenuti dall’ironia e dal sapore delle parole.

Tempo di guerra per decreto. Chi informa è un traditore – La riforma dei codici militari

Lo scorso novembre, la maggioranza ha approvato al Senato la delega al governo per la riforma dei Codici penali militari di pace e di guerra. Obiettivo principale del progetto è ottenere la massima applicabilità della legge marziale e mantenere in vita la giurisdizione militare, inconcepibile nel nostro paese anche per la fine della leva obbligatoria, che, almeno formalmente, poteva giustificarla.

Paolo Rossi e il varietà di guerra. Preventivo

Ha debuttato ieri sera a Roma, al teatro Ambra Jovinelli, il nuovo spettacolo di Paolo Rossi. Il folletto triestino – ma milanese d’adozione – è tornato in scena con la felice maschera del signor Rossi. Dopo la Costituzione Italiana, il signor Rossi – incarnazione dell’italiano medio – è alle prese con la guerra preventiva e gli aspiranti kamikaze che secondo lui lo circondano, lo accerchiano, lo spaventano ovunque, soprattutto alle fermate del tram. Non c’è scampo e dunque ecco “Il signor Rossi contro l’Impero del Male”.

Immagini, suoni, sensazioni. E un modo femminista di guardare il mondo – intervista a Nada

Ha gli occhi che ti guardano senza esitazione e un piglio deciso ma mai aggressivo, non ha molto tempo a disposizione perché vuol prendersi cura della sua voce prima del concerto. E si capisce il perché, ascoltandola poco dopo interpretare molte delle sue ultime canzoni. Parliamo di Nada, l’artista livornese da decenni presente nel panorama musicale italiano e una delle interpreti più interessanti nella scena indipendente. L’abbiamo incontrata a Roma, in una delle prime date del nuovo tour teatrale che attraverserà la penisola per tutto l’inverno.

Il centro del viaggio – intervista ai Radiodervish

Nabil Salameh, palestinese, e Michele Lobaccaro, pugliese, si sono conosciuti a Bari all’inizio degli anni ottanta, poi si sono persi di vista e ritrovati nell’88. Insieme ad altri ragazzi del giro universitario mettono su il gruppo Al Darawish, che avrebbe dovuto suonare una sola sera alla festa dell’Unità a sostegno dell’intifada palestinese. Invece il loro sodalizio è continuato, la musica è diventata l’attività principale e nel 1997 Nabil e Michele hanno dato vita ai Radiodervish, che significa «coloro che attraversano le porte».

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