Barbara Bonomi Romagnoli | Economia Canaglia – Intervista a Loretta Napoleoni
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Economia Canaglia – Intervista a Loretta Napoleoni

I consumatori globali vivono in un mondo di fantasia e illusioni, una ragnatela costruita nella “dimensione virtuale della matrix del mercato”. Dietro c’è il mondo reale, “ripudiato fratello gemello della matrix” stessa. Il pianeta è governato, ma pochi se ne rendono conto, dagli sconcertanti ingranaggi dell’economia canaglia, un fenomeno endemico al capitalismo occidentale, giunto a perversi legami che intrecciano schiavitù e democrazia, medicinali contraffatti e mercato del sesso, oro insanguinato e finanza islamica.


Convinta assertrice di questa tesi è Loretta Napoleoni, studiosa e giornalista, tra i massimi esperti mondiali di terrorismo ed economia internazionale, che nel suo ultimo libro “Economia Canaglia. Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale” (Il saggiatore, 312 pagine, 17 euro) spiega i meccanismi di questo processo, non solo con dati e analisi economiche ma anche attraverso storie, testimonianze e protagonisti in carne ed ossa.


Nel mondo virtuale che abitiamo come è cambiato l’uso e il valore del denaro?

Non c’è dubbio che siano mutati il valore e il senso del denaro, abbiamo a che fare con un pezzo di plastica, non c’è più l’immediatezza della moneta. Non lo tocchiamo più e questo senso di distacco ha sostenuto l’illusione sui cui si è costruito il sistema delle carte di credito, che ha fatto triplicare l’indebitamento dei consumatori e che negli Usa ha ridotto in povertà migliaia di persone. Con il pezzo di plastica subentra il sentimento di potercela fare in futuro a pagare il debito.


Come funziona questo sistema delle carte di credito?
Si regge sul meccanismo dei primi 30 giorni a tasso zero e poi a partire dal trentesimo giorno i tassi diventano proibitivi. Negli Usa questo sistema è andato fuori controllo, persone con 8/9 carte con debiti che non riescono a pagare. Si crea un circolo vizioso perché è molto difficile difendersi da questo sistema. Sicuramente ci dovrebbero essere delle regole maggiori, perché dare la possibilità di avere dieci carte di credito?
È una situazione ambivalente, oggi chi non ha una carta è penalizzato in molte situazioni, per esempio nell’albergo in cui alloggio per accedere ad internet si deve usare la carta. Dall’altra parte, sappiamo che il contante nelle economie monetarizzate è l’arma del riciclo, con il sistema bancario in linea teorica c’è più trasparenza, si potrebbe stare più tranquilli. La speculazione c’è dove non c’è controllo.


Questo è quello che accade in Occidente, diversa sembra l’approccio della nuova finanza islamica.
Sì per i musulmani è fondamentale che il denaro non debba generare denaro ma ricchezza, che del resto è quello che diceva Keynes. L’aspetto più importante è che la finanza islamica vede in maniera totalmente negativa la speculazione, su cui di fatto è crollato l’Occidente. Questo non significa che in assoluto non c’è nessuno speculatore nella finanza islamica, ma il punto di partenza è sostanzialmente differente. Fermo restando che il denaro fa girare il mondo, la finanza islamica giocherà un ruolo sempre più egemonico perché offre gli stessi servizi con maggiori benefici immediati. In Inghilterra per esempio in una banca islamica si può ottenere un mutuo a tasso di interesse più basso e con la proprietà immediata. Perché non si dovrebbe scegliere quella banca? Ora vale per i musulmani ma poi lo sarà per tutti.


È vicino il momento in cui questo sarà possibile?
Siamo in un momento di grande accelerazione del tempo, in 30/40 anni la finanza islamica prenderà il posto di quella occidentale. Come spiego nel libro questa fase di “economia canaglia” è transitoria. Ho usato questo termine per definire il momento di passaggio in cui ci troviamo a vivere. Una transizione epocale da un sistema all’altro in un contesto, differentemente dal passato, globalizzato.


Lei sostiene che nessuno controlla l’economia canaglia, meno che mai la politica. Cosa può fare la società civile, il consumatore medio, per difendersi?
Quando le masse di cinesi miglioreranno la loro condizione chiederanno maggiori diritti così come è accaduto in Occidente dopo la rivoluzione industriale.
Deng Xiaoping ha detto “arricchitevi e non toccate la politica” ma questo non vuol dire che tra venti anni i cinesi, dopo essersi arricchiti, non chiedano un cambiamento, sta già accadendo. Non si può tornare indietro da questi processi e quindi sarà la società civile cinese che avrà la possibilità di dire la sua, non noi.
Noi vivremo al margine delle nuove potenze, perderemo il primato della finanza e della produzione, nonostante c’è chi continua a ripetere che ciò non avverrà perché noi occidentali saremmo “creativi”. Ovviamente non è vero, la realtà è che noi siamo in decadenza, come fu per l’Impero romano e altri imperi dopo di quello. Non esiste nulla che è durato per sempre e non si può continuare a pensare che l’Europa sia il centro del mondo, come se le civiltà orientali non fossero mai esistite.


Cosa accadrà in Occidente?
La precarietà resterà perché è un fenomeno del capitalismo occidentale avanzato che è arrivato a non avere più risorse, non ci sono più soldi per mantenere i benefici acquisiti, mentre la Cina e il mondo islamico stanno vivendo la loro rivoluzione industriale e hanno numeri vincenti. Ci sono risorse umane illimitate e il balzo in avanti sarà totale.


Chi pagherà il prezzo più alto?
In questa fase di economia canaglia sono ovviamente i precari, le donne, i disoccupati. A guadagnarci sono gli asiatici, comunque semi schiavizzati. Quando i salari da loro verranno trasversalmente equiparati ai nostri, in tutti settori, allora si tornerà ad una fase di equilibrio così come è avvenuto per il capitalismo occidentale, ma l’Occidente non sarà più in grado di recuperare il ruolo attuale.


Non pensa che responsabilità gravi, oltre che nella politica, vadano ricercate negli organismi economici internazionali?
Il fondo monetario e la banca centrale hanno fatto un disastro durante la guerra fredda ma è un dato irreversibile. È inutile ora andare a cercare lì le responsabilità, non sono più poteri reali. Ha più soldi la fondazione di Bill Gates che il fondo monetario.

Nel suo libro si parla molto approfonditamente del mercato del sesso, cosa si può fare per frenare il fenomeno?
Non interessa a nessuno della tratta delle bianche, in campagna elettorale ne parla qualcuno? Le donne sono merce buona per tutti e in questa matrix del mercato non è un problema, semplicemente perché queste cose non si sanno. E per questo ho deciso di scrivere questo libro.


pubblicato su Carta settimanale, www.carta.org



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