Barbara Bonomi Romagnoli | word
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“Le donne? Tutte viziose”. Christine de Pizan riscritta 600 anni dopo. Intervista a Silvia Ballestra

«Sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d’accordo nella medesima conclusione, che il comportamento delle donne è incline ad ogni tipo di vizio»: è da questa considerazione che Christine de Pizan, scrittrice francese di origine italiana della fine del Trecento, prende l’avvio per scrivere uno dei suoi testi più famosi, La città delle dame, in risposta a testi, a dir poco misogini, di Giovanni Boccaccio e Jean de Meung in cui si ripeteva che le femmine son tutte opportuniste, subdole e bugiarde.

Sono passati più di seicento anni e nonostante l’umanità abbia fatto diversi progressi, le donne, in stragrande maggioranza, sono ancora considerate di serie B, in molte fra le poche che raggiungono posizioni apicali lo fanno scimmiottando gli uomini e Chiese di varie fedi continuano a voler dire la loro su corpi e desideri femminili.

Chi sono i 30/40enni, alternativi, ma pure un po’ conformisti?

L’amicizia ai tempi di facebook ha molti volti, c’è chi nelle relazioni virtuali trova soddisfazione e godimento, chi è in bilico e cerca un equilibrio fra la tastiera e gli aperitivi in carne ed ossa, chi cerca nell’amicizia quel sostegno che non trova altrove, relazioni amicali che magari sostituiscano famiglie tradizionali incapaci di nuove forme di vita, di stare assieme senza schemi predefiniti: così accade nel nuovo romanzo di Paola Soriga, La stagione che verrà [Einaudi, 2015], dove Dora, Agata e Matteo, tutti originari della Sardegna, tornano a vivere nello stesso appartamento a Cagliari dopo essere stati diversi anni lontani dall’isola per studiare, viaggiare, lavorare.

Stasera mi butto, anzi buttiamoci insieme

«Quel mattino Giacomo aveva detto: “Se mai dovessi aprire un blog, lo chiamerei Disambiguando”. Bello, ho pensato; e quella frase mi è rimasta in testa.
Da sempre, quando scrivo/parlo/penso, cerco di essere chiara. Diceva Ray Carver: “Niente prosa dai vetri appannati”. “Niente trucchi da quattro soldi”.
E sia.

E adesso chi si assume la responsabilità?

È arrabbiata. Di più, è infuriata Angela Bruno, la manager-Lombardia diventata famosa per il siparietto di Berlusconi presso la sua società, la Green Power Spa di Milano, alla vigilia delle elezioni. Green Power è certamente un’azienda all’avanguardia su energie rinnovabili ed ecocompatibili, molto meno sui temi del sessismo e dei diritti delle lavoratrici. Non solo la dirigenza dell’azienda ha ritenuto normale che Berlusconi offendesse una sua collaboratrice con le sue oramai note battute sessiste e volgari, ma ha anche preso le distanze dalle lamentele di Angela Bruno, anzi dopo «avermi fatto ogni tipo di pressione hanno falsamente comunicato e divulgato a mio nome che io fossi stata “onorata” da quelle battute».

Giua, sospiro mediterraneo

È una donna solare e un’artista generosa. Sul palco le dita si muovono veloci sulle corde della chitarra classica e la voce, fra le più belle ascoltate negli ultimi anni, le insegue con grazia e passione. Sfumature vocali che si accordano alla sua scrittura a volte ironica, spesso intima e mai banale, fra giochi di parole, rime e allitterazioni. È Giua, giovane cantautrice, chitarrista e autrice di gran talento, ha vinto numerosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro e per la sua “voce scalza su parole essenziali”.

Iacona: violenza alle donne, questione politica

Riccardo Iacona non ha bisogno di presentazioni, è un giornalista conosciuto per il suo impegno civile e ammette con franchezza: “la notorietà sta giocando a mio favore”. Infatti, sul suo ultimo libro Se questi sono gli uomini. Italia 2012 La strage delle donne (2012, Chiarelettere) si sono accesi riflettori che mai si erano posati su altre e altri che da anni denunciano la stessa storia. Ovvero donne ammazzate in quanto donne, in una sola parola: femminicidio. Iacona ha scritto un libro puntuale, preciso, che non scade nel dettaglio morboso. Ricostruisce le storie, cerca i fili rossi che uniscono i diversi omicidi, intervista familiari e vicini di casa, entra nelle case perché è in questi luoghi che la violenza si manifesta con maggiore frequenza. Una violenza, vale la pena ripeterlo, che ha molti volti, perché prima di arrivare alla morte ci sono vessazioni e pressioni psicologiche, spintoni e urla.

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