Barbara Bonomi Romagnoli | queer
5
archive,paged,category,category-queer,category-5,paged-3,category-paged-3,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-1.6.1

L’arte dell’utopia, fra desideri e interferenze

La biografia di Marilyn Monroe, un biglietto scritto dal nonno, delle scarpette rosse, una mappa e una cartina stradale, un anello e una cornice, un sasso dipinto proveniente dalla città terremotata di L’Aquila, un astuccio per i trucchi, vecchie foto e una striscia di Möbius, delle gocce omeopatiche e alcuni libri.

25 novembre: Scioperiamo. Per fermare la Cultura della violenza – Adesioni all’appello

Per aderire mandare mail con nome e città a scioperodonne2013@gmail.com

Lo sciopero si articolerà  su tre azioni congiunte e/o separate (l’una non esclude le altre).
1.       Lenzuola e/o pezzi di stoffa rossi esposti dai balconi e/o
dalle finestre
2.       15 minuti di silenzio, in piedi, interrompendo qualunque
attività di lavoro si stia svolgendo
3.       Manifestazioni territoriali di piazza organizzate localmente
(con eventuale corteo)

[qui il testo dell’appello http://barbararomagnoli.info/scioperiamo-per-fermare-la-cultura-della-violenza/]

Qui le adesioni in continuo aggiornamento

Monica Lanfranco, giornalista femminista, formatrice sui temi della differenza di genere, direttrice di “Marea”; Vanna Palumbo, giornalista, Roma; Marilù Mastrogiovanni, giornalista, direttrice “Il Tacco d’Italia”, Lecce; Piera Cavini; Maria Grazia Del Bene; Corina Guart; Barbara Pedron, giornalista “Intimità”; Laura Barsottini; Tiziana Bartolini, giornalista, direttrice “Noi Donne”, Roma; Liana Borghi; Silvia Acquistapace; Luisa Laurelli, comitato garanzia “Casa internazionale delle donne” di Roma, redattrice “Turboarte”; Loredana Lipperini, giornalista, scrittrice, autrice e conduttrice radiofonica; Stefania Incagnoli; Daniele Barbieri, Imola;

Scioperiamo. Per fermare la Cultura della violenza

Alla presidente della Camera, Laura Boldrini
Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso
Alla vice-ministra del Lavoro e Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità, Maria Cecilia Guerra
A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri
A tutte noi

Pensavamo che l’uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L’insulto che è stato rivolto alla ministra Cécile Kyenge – da un’altra donna – dice molto più di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Il posto delle donne esiste, basta cercarlo

“Ciao Carmen, ho fatto, come ti vanno le cose.
È il mio maglione.
Come?
[…]
DAMMELO SUBITO O TI SPACCO LA FACCIA.
A quel punto ho avuto paura, non degli sguardi che avevamo addosso, e nemmeno di essere aggredita da Carmen. Ho avuto paura di come possono cambiare i sentimenti delle persone.
Come poteva qualcuno che mi aveva voluto bene odiarmi così. Mi sono tolta il giubbotto, ho levato il maglione e sono rimasta qualche minuto mezza nuda, col reggiseno e i jeans. Le ho dato il maglione, ho rimesso il giubbotto, ho pagato le mie birre e sono uscita dal bar”.

GendErotica 2013, contaminazioni di arte queer

GendErotica, festival internazionale queer, è giunto alla sua terza edizione. Al Nuovo Cinema Palazzo (San Lorenzo) e al Teatro Valle Occupato, GendErotica ospiterà arti figurative e performative che raccontano il corpo queer, con gioia e passione, piacere e divertimento. Tema di quest’anno è il Fem Power e la Queer Femininity: di che cosa parliamo precisamente? Lo abbiamo chiesto a Senith, una delle Eyes Wild Drag, il gruppo di performer “queer gender drag” che da anni lavora sulla sperimentazione dei generi, dei ruoli e dell’immaginario erotico, rappresentando la principale espressione “drag” condotta da donne in Italia. Senza dubbio rappresentano un’originale anomalia anche rispetto al mondo glbt.

Il potere della maternità

Loredana Lipperini è instancabile, gira in lungo e largo l’Italia da quando, a fine febbraio, è uscito per Feltrinelli Di mamma ce n’è più d’una. Un saggio denso, pieno di dati, storie, citazioni, interrogativi e tentativi di risposta, su un tema che non è facile da districare: la maternità, fra ruoli, stereotipi e tendenze; fra destini più o meno scelti, equilibri precari e vite in sospeso fra ecopannolini e poppate; fra blog su cui riversare idee, ansie, consigli e sfoghi notturni.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi